martedì 24 giugno 2008

Il mistero si infittisce

Furono raggiunti da un gruppo di tre guardie cittadine, che subito intimarono loro di lasciare a terra le armi, puntando minacciosamente le loro alabarde.

«Fatemi passare! Fatemi passare!» urlò una voce dietro il drappello.
Le guardie umane, si aprirono e si presentò loro davanti un nano tarchiato e calvo, vestito con i classici verde e nero della guardia cittadina di Sharn.
«Per il naso sanguinante di Ollandra! Cos'è successo?» intimò il nano: «e non osate mentire!»
Si fece avanti Kherydan, e con schiettezza raccontò i fatti, omettendo però di menzionare il libretto.
Il nano ascoltò il racconto, fissandoli intensamente.
Poi ispezionò la scena del crimine, controllò i documenti del morto e contò le monete dentro la sacca.
«Bonal Geldem» commentò il nano, ordinando il riposo alle guardie: «Prevosto e studioso dell'Università di Morgrave. Avvertiremo i familiari e l'istituto.»
Poi fissando i tre compagni: «Venite con noi. Avete bisogno di cure.»

Al posto di guardia i tre approfondirono la conoscenza del Sergente Dolom, un nano duro ma giusto, che cerca di mantenere l'ordine nel suo distaccamento.
I tre compagni furono curanti da un halfling del casato Jorasco, chiamato e pagato da Dolom in persona. Mentre erano alla stazione di guardia, un messaggio fu recapitato loro, inviato da Lulshen, che specificava di aver raggiunto un accordo con la famiglia Sensos, pertanto i loro servigi non erano più richiesti. Tipico di Lulshen.
Anche se palesò simpatia per quei tre, Dolom si raccomandò che non prendessero più iniziative personali di quel tipo, e li congedò.

Mentre ripassavano nei pressi di Guglia Kelsa, molto vicino al luogo dell'assassinio, una figura incappucciata si parò loro innanzi facendo mostra di un anello.
«Il casato Cannith.» avvertì Pilgrim riconoscendo il simbolo inciso sull'anello.
«Se volete la verità sulla morte di Geldem, fatevi trovare all'Incudine Infranta all'alba, nella Torre Mason.» sussurrò la voce femminile prima di allontanarsi e sparire nei vicoli del distretto.
«Sembra proprio che i guai non riescano a stare lontani da noi troppo a lungo...» commentò sarcastico Kherydan.
«Io ci vado!» esclamò Skado.
«Come sempre, sono con te» continuò Pilgrim.
«Non mi pare di aver altra scelta...» concluse Kherydan.

Con passo svelto, raggiunsero in un paio d'ore la locanda gestita dagli halfling Ghallanda.
Ordinarono qualcosa da bere e si accomodarono.
Kherydan estrasse il libretto ed iniziò ad esaminarlo: di pelle nera, con solo un simbolo inciso in Mithral raffigurante un martello che sovrasta un'incudine inseriti in un cerchio. Le pagine non sembrano essere fatte di carta o pelle, ma la cosa più strana, è che sono tutte bianche. Nemmeno un foglio scritto.
Il riedrano avvicinò una pagina alla fiamma della candela, per verificare se in trasparenza, qualcosa fosse leggibile. Nulla.
Per curiosità, tentò di bruciare un angolo di un foglio, ma questo si dimostrò resistente alla fiamma.

«Mi sono stancato di aspettare. Vado a raccogliere un po' di informazioni» sbottò Skado spazientito.
Proprio mentre Skado si alzava dalla seggiola, la porta della locanda si aprì e un raggio del sole nascente passò, illuminando il tavolo degli avventurieri. Una snella figura si delineava in controluce.
Le vesti blu raffinate frusciavano dolcemente mentre si avvicinava al loro tavolo.
I lineamenti dolci del suo volto, i capelli corvini in contrasto con i lucenti occhi azzurri, facevano apparire questa donna, bellissima.
Si parò diritta di fronte a Kherydan e a lato di Pilgrim, e attese.
Dopo qualche attimo di imbarazzo, il riedrano si alzò di scatto e un po' goffamente propose: «La prego di accomodarsi, mia signora.»
«A quanto pare, c'è ancora chi rispetta il codice di cortesia» rispose, sedendosi.
«Mi chiamo Elaydren d'Vown» ponendo in vista l'anello del casato: «Immagino siate affamati e assetati. Ordinate tutto ciò che volete, offrirò io. Mentre vi rinfrancate vi parlerò del motivo per cui vi ho convocati.»
Alcune pietanze furono servite insieme a della buona birra.
«A nome del casato Cannith, vi ringrazio di essere venuti.», introdusse: «Il prevosto Bonal Geldem ed io stavamo lavorando per recuperare un antico cimelio della mia famiglia. Ci saremmo dovuti incontrare, questa notte, ma come sapete, non si è mai presentato.»
La donna continua a parlare: «Questo cimelio, stando alle antiche leggende, sarebbe rinchiuso in un'antica fonderia nelle profonidità di Sharn. Un luogo che esiste da ancor prima del Regno di Galifar. Il povero Bonal era certo di aver trovato l'esatta ubicazione della fonderia, riportata in un vecchio diario del casato.»
Si prese una pausa: «Che adesso avete qui con voi.»

Scese un teso silenzio.
«Cosa ti fa credere, mia signora, che possediamo tale oggetto?» chiese Kherydan rompendo il silenzio.
Uno splendido sorriso rassicurante riempì il volto di lady Elaydren, «Non difenderti, giovane amico. Non ti sto accusando. Il fatto che il diario del mio casato, sia qui, ad una distanza massima di tre metri da me, è inconfutabile.», allungò la mano destra verso Kherydan.
L'anello emanò una fioca aura magica.
«Per deduzione, ho immaginato fosse entrato in vostro possesso. Vi prego di restituirmelo, anche perché non riesco ad immaginare un utilizzo intelligente, di un libretto di sole pagine bianche.»

I tre si scambiarono un'occhiata, ed infine Kherydan porse il libro alla nobile.
Al contatto con la mano della donna, l'anello e il simbolo di mithral, iniziarono a splendere all'unisono.
«Grazie. Avete fatto la cosa giusta.» ed iniziò a sfogliarlo. Le pagine bianche iniziarono a riempirsi di sottili disegni e scritte. Trovata una pagina specifica, Elaydren la esaminò per un istante, poi chiuse il diario ed estrasse una mappa che teneva avvola nel sul mantello.
«L'ubicazione della fonderia perduta, si trova nelle profondità di Torre Dorasharn.» spiegò lady Elaydren: «57 livelli al di sotto dell'attuale livello fognario. Vi offro mille monete d'oro e il patrocinio del casato Cannith, se riuscirete a recuperare il cimelio e a riportarmelo. Mi aiuterete?»

«Beh, veramente...» iniziò Kherydan.
«Ecco a voi un anticipo di cento monete oro» e un borsello pieno di monete fece la sua comparsa al centro del tavolo.
«Lulshen ci ha scaricati.» fece notare Pilgrim.
«E poi, sembra divertente!» ammise Skado.
«Mmm... d'accordo.,» si arrese Kherydan.
«Abbiamo stretto un patto, dunque.» concluse la donna: «La reliquia che cerchiamo è una placca di adamantio della dimensione di una mano, e ha la forma di una stella a sette punte. Di per se non ha alcun potere in particolare, ma è uno schema: un frammento di un antico progetto usato dagli antichi patriarchi del mio casato per forgiare oggetti insoliti. Recuperatelo e i Cannith dell'Aundair ve ne saranno eternamente grati.»

Kherydan era dubbioso: «Perché non ti fai aiutare dal tuo casato, mia signora? Non sarebbero più adatte persone di vostra fiducia, per questo compito delicato?»
«Mio carissimo amico», rispose la nobile: «Devi sapere che la famiglia Cannith, sta affrontando una grave crisi. Potremmo definirlo uno scisma. Una guerra intestina che sta spezzando in tre il casato. I lord Cannith dell'Aundair, che io rappresento, sono certi della presenza di spie qui a Sharn. Se ci muovessimo direttamente, verremmo di certo scoperti. Abbiamo bisogno di un lavoro fatto con discrezione e senza legami confermabili con il mio ramo della famiglia.»

«Ma come raggiungiamo queste profondità? E cosa troveremo lì sotto?» insistette Kherydan
«Questa mappa indica il percorso che dovrete seguire per giungere alle fognature di Dorasharn.» disse indicando la mappa sottostante: «Da qualche parte, oltre il nodo E-213, troverete lo stesso simbolo del diario di Bonal. Oltre il sigillo, seguite la via per i livelli dimenticati sottostanti, fino a raggiungere la fonderia.»
«Che cosa vi aspetti laggiù non lo immagino, ma Bonal, mentre preparavamo la spedizione, insisteva sul fatto di portare del fuoco. Chissà cos'avrà voluto dire...?»



Detto questo la donna si girò di scatto verso la porta della locanda, come se avesse visto qualcosa o qualcuno.
«Bene amici. Spero di incontrarvi presto, e con lo schema recuperato.» e alzandosi frettolosamente, congedò i tre compagni e lasciò l'Incudine Infranta.

«Io vi raggiungerò più tardi.» esordì improvvisamente Skado: «C'è qualcosa che non mi convince in questa storia.» e imboccò l'uscita.

«E adesso?» chiese Pilgrim
«Andiamo alla Fossa a riposare e aspettiamo.» rispose Kherydan
«Senza Skado e Jagoren, non ci muoviamo. Il gruppo deve riunirsi.»

Wir, Undicesimo giorno di Barrakas
Cronache di Eberron – 998 AR

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