lunedì 30 giugno 2008

Attraversando Sharn

La città delle torri, è un agglomerato urbano straordinario, potremmo dire unico in tutto il Khorvaire... anzi, in tutto Eberron.
Molta degli eroi della storia del Breland e del Regno di Galifar, calpestarono le sue passerelle. Molti degli avventurieri le cui gesta riempiono i libri, salparono dai suoi porti, alla volta delle sconosciute lande di Xen'Drik.
Sharn, ha molto da offrire a chi intende addentrarsi fra le sue torri.
Ma Sharn, è conosciuta anche come la Città degli Inganni, e spesso si rivelano mortali.


I compagni si riunirono come di consueto alla Fossa.
Dopo una mattina dedicata al riposo, trascorsero il resto del giorno per decidere il da farsi.
Studiarono la mappa di Lady Elaydren e ascoltarono il racconto di Jagoren.


Attesero il ritorno di Skado, tutta la notte fino all'alba seguente , ma del ranger morfico, nemmeno l'ombra.

Dopo una breve consulta, decisero di partire ugualmente alla volta della Torre Dorasharn, lasciando una lettera per Skado a Lulshen, che indicava la loro destinazione e una copia semplificata della mappa.

Seguendo le indicazioni della carta di Lady Elaydren, attraversarono i quartieri di Altopiano intermedio ed entrarono nel distretto di Murogrigio nella zona est della città.


Da lì discesero, fino a raggiungere le immense fondamenta della Torre Dorasharn, su cui oggi sorgono parte dei quartieri Alte Mura e Ingranaggi Alti.

Scendendo di molti livelli, Jagoren, Pilgrim e Kherydan, si resero conto di come fosse veritiero il proverbio: "Dalla Volta del Cielo agli Ingranaggi", che significa dalla ricchezza alla povertà.


Quando giunsero alla base della torre, mentre lo scorrere lento degli scali fognari si udiva chiaramente, si resero conto che il tragitto mappato non aveva più corrispondenza con le strade loro innanzi.
Non c'era anima viva, e la via terminava in un trivio. Probabilmente quella parte della città fu modificata, e la mappa era troppo antica per contemplare queste varianti.

Mentre si avvicinavano udirono qualche voce provenire da un vicolo.

L'imboccarono e finirono in una piccola piazzetta. Su un angolo, un cencioso goblin, faceva mostra della sua mercanzia ad un gruppo di persone di evidente basso ceto sociale.

«Prego! Venite signori! Skakan vi dà il benvenuto!» incitava il goblin, «Occasioni di ogni genere! Merce di straordinaria qualità qui, al Mercato del Topo!»

Tra questi, Kherydan, scorse un morfico che li fissava.
Sembrava fuori luogo, vista la cotta di maglia che indossava e la spada corta ben in vista.


Jagoren fece per avvicinarsi, seguito dai compagni.

Le persone che facevano capannello, si aprirono e il goblin si fece subito avanti, proponendo la propria mercanzia. Roba inutile ed in pessime condizioni. Cose che probabilmente recuperò dalle fogne lì accanto.

Guardandosi di nuovo attorno, Kherydan notò il morfico defilarsi rapidamente nel proseguo del vicolo alla fine della piazzetta.

«Prego nobili signori, notate la fantastica qualità della mia merce.» incitò Skakan «Un splendido sigillo di cera quasi nuovo, per sole 39 monete di bronzo! Un pugnale dall'elsa antichissima per sole 149 monete di bronzo! Ehm... Mmm... AH! Vi prego di stupirvi per questa splendida coperta, dai delicati colori e con solo un leggero alone di sangue rappreso, a 19 monete di bronzo! Un'occasione da non perdere!».
Jagoren si fece avanti troneggiando sul mercante e mettendo mano al pomolo della sua mazza: «Tu, inutile scarto della società. Non mi interessa la tua lurida immondizia.» esordì il guerriero, «L'unica cosa che voglio da te, è un'informazione.»

Gli altri cittadini, visto l'atteggiamento e l'armamento della compagnia, si dileguarono rapidamente, lasciando Skakan al suo destino.

Il goblin, fissando terrorizzato Jagoren, rise nervosamente, poi suggerì un accordo: «Beh, mio signore, potremmo dire che questa informazione ha un certo... ehm... valore per te, giusto? Che ne diresti di fare un'offerta...?»
«Certo!» esplose sarcastico Jagoren, «Diciamo che tu mi dici dove si trova il nodo E-213, e io ti concedo... mmm... vediamo... Ah! Ecco. Ti concedo di vivere! Che ne dici, schifoso?»
Il goblin rimase interdetto. Poi, notando che la presa sulla mazza di Jagoren si faceva più stretta, indicò con un dito il vicolo.
«Aspetta.» intervenne Kherydan, «Ho notato qualcuno di sospetto infilarsi in quel vicolo. Potrebbe essere una trappola.»
Con un passo il guerriero sovrastò il piccolo goblin, che si buttò a terra per la paura, mugolando che il nodo si trovava lì ed implorando disperatamente pietà.

«Sembra sincero» affermò Pilgrim.
«Forse è un caso che quel morfico sia andato di lì. E poi lì il rumore dell'acqua è più forte.» confermò Kherydan.
«E allora andiamo!» decise Jagoren, imboccando il vicolo seguito poi dagli altri.

Voltandosi, un'ultima volta, Kherydan incrociò lo sguardo di Skakan, che li fissava ancora mentre si appoggiava alla parete per risollevarsi.


I suoi occhi erano carichi d'odio e risentimento.

Far, Tredicesimo giorno di Barrakas
Cronache di Eberron – 998 AR

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